Lo stile di vita è un’opera d’arte in divenire
Secondo Alfred Adler, lo stile di vita che ogni persona adotta è come una creazione artistica e resta così inalterabile per tutta la vita…
a meno che…
non si riconosca ciò che è sbagliato rispetto alla cooperazione con gli altri individui e si cerchi quindi di correggerlo.
Adler afferma che questo…
“diventa possibile solo quando ha compreso razionalmente i suoi errori e li ha sottoposti alla critica della ragion pratica, del senso comune. In altre parole, mediante una discussione efficace”.
Secondo la mia esperienza personale e di relazione con i miei pazienti, quello che più di ogni altra cosa aiuta a cambiare uno stile di vita, -l’opera artistica creata per difendersi dal dolore delle ferite ricevute- sono le piccole pennellate che diamo ogni giorno sulla tela di quell’opera in divenire che Antonio Mercurio definisce: “la vita come opera d’arte”.
Queste piccole pennellate sono rappresentate dal cambio delle nostre abituali risposte di non amore in risposte d’amore per noi e per gli altri.
Lo stile di vita resta inalterato fino a quando restano in piedi le nostre difese dal dolore e il modo strategico che mettiamo in atto per non cambiarlo.
Restando chiusi in noi stessi, lasciamo la vecchia tela con la creazione artistica inalterata.
Per restare chiusi in se stessi non c’è bisogno di isolarsi ma abbiamo imparato a farlo anche restando tra tanta gente.
Ma quando scatta la sofferenza per questo stile di vita che ci siamo cuciti addosso per non soffrire?
In realtà, questo stile di vita creato per difenderci dal dolore, non ci fa essere realmente noi ma ci fa essere una “maschera” con la quale ci presentiamo a noi stessi e al mondo.
Una parte di noi desidera ed è determinata a togliere questa maschera per tornare ad essere quello che in realtà siamo nel profondo di noi stessi.
Non dobbiamo infatti cambiare per essere come qualcun altro ma dobbiamo cambiare per tornare ad essere noi stessi ed amarci.
Se ci siamo chiusi per non sentire il dolore, vuol dire che c’è stato un tempo dove eravamo aperti a noi stessi e all’altro.
Questa chiusura durante la nostra infanzia e adolescenza è stata necessaria per salvaguardare la nostra sanità mentale.
Troppo dolore non l’avremmo sopportato a quei tempi ed avremmo davvero rischiato di frantumarci psichicamente.
Quando invece siamo pronti per tornare ad essere noi stessi, il nostro Sé profondo spinge per emergere e lo fa soprattutto durante le esperienze di vita che facciamo in relazione con gli altri.
Ci sono sicuramente tante esperienze nella relazione con noi stessi e con gli altri che ci offrono questa opportunità di sentire il disagio e quindi il desiderio di cambiare il nostro stile di vita in maniera davvero personalizzata.
Quando la relazione con l’altro, partner, amici, … diventa importante, vuol dire che ci stiamo dando questa opportunità.
Se restiamo in superficie in questi rapporti può non accadere mai niente.
Bisogna però allenarsi a mettere da parte, prima riconoscendole, quelle dinamiche appartenenti alla sfera psichica dove tutto è “coazione a ripetere” all’infinito.
Se restiamo a rispondere nell’area di questa sfera non può mai esserci cambiamento di stile di vita.
Ogni volta che ci capita qualcosa è necessario fare questo passaggio dalla risposta reattiva e quindi psichica ad una risposta riflessiva che agisce più in area esistenziale.
Si può cambiare stile di vita allenandosi ogni giorno a centrarsi sull’amore per noi qualunque cosa ci accada, dando attenzione:
- al nostro corpo, trattandolo bene;
- alla nostra psiche, accettando di essere stati feriti e di aver provato rabbia e sofferenza;
- alla nostra esistenza, riflettendo su cosa è buono per noi e per gli altri lasciando andare il desiderio di vendetta ma cercando invece di godere nel qui ed ora e nel mentre stiamo creando.
Ricordiamoci che non è necessario finire l’opera d’arte per riuscire a goderne ma come gli artisti sanno fare, possiamo godere dei piccoli doni che ci facciamo mentre la stiamo creando.
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